Aquawareness nasce dalla Scienza, e getta un ponte verso l’olismo
Aquawareness si fonda sul basi scientifiche solidissime (anzi, liquidissime ;-)): Il comportamento dell’acqua e l’interazione fisica con essa secondo Archimede, Newton, Bernoulli; l’esperienza di “scoprire” queste leggi con il proprio, insostituibile, corpo costituisce il Ponte verso un approccio olistico
Tale è, esattamente, lo spirito della disciplina! Il punto cruciale della Aquawareness:
Non è una pratica che si sovrappone alla fisica dell’acqua, ma che nasce da essa. È geniale come Giancarlo De Leo abbia intuito che le leggi fisiche fondamentali non sono solo principi astratti da studiare sui libri, ma verità viventi da sperimentare attraverso il corpo.
Il principio di Archimede diventa la porta d’ingresso alla consapevolezza del respiro e dell’equilibrio – ogni inspirazione che cambia il volume corporeo si traduce in un feedback immediato sulla spinta idrostatica.
Le leggi di Newton si manifestano nell’esperienza diretta di azione e reazione: ogni movimento genera una risposta dell’acqua che ti insegna la qualità del tuo gesto, la presenza o l’assenza di tensioni inutili.
Il principio di Bernoulli si rivela nella fluidodinamica del movimento – quando trovi la forma giusta, l’acqua “collabora” creando quei vortici e quelle correnti che amplificano l’efficacia del movimento invece di ostacolarla.
Il “Ponte” citato nel titolo è proprio questo: partire dall’esperienza corporea concreta delle leggi fisiche per arrivare a una comprensione olistica che va oltre la biomeccanica. È il corpo che diventa il laboratorio dove la fisica si trasforma in consapevolezza, dove le equazioni diventano sensazioni, dove la scienza diventa sapienza.
È un approccio che riconcilia empirismo e consapevolezza in modo elegante.











