11 marzo 2011: Lo tsunami in Giappone

L’ 11 marzo del 2011 in Giappone si verificó una violenta scossa di terremoto, il più grande sisma registrato in quel Paese in epoca moderna. L’ epicentro fu individuato in mare a 100 km dalla costa.
La violenta scossa causò danni ingenti a diverse centrali nucleari, in primis quella di Fukushima.
Si generò una grossissima onda che, dopo appena dieci minuti si abbattè violentemente sulle coste giapponesi con onde alte fino a 10 metri !!
Il triste bilancio fu di 10000 morti e altrettanti dispersi, oltre a circa 700mila sfollati.

COS’ È UNO TSUNAMI ?

Un anomalo moto ondoso del mare che si genera da un terremoto sottomarino o prossimo alla costa è chiamato maremoto. Si usa questo termine, in maniera impropria, anche quando si generano grandi onde generate da altri eventi come, per esempio, una frana o un’eruzione vulcanica sottomarina o una caduta di una grossa meteorite.

Recentemente è entrato nell’ uso comune il termine giapponese TSUNAMI (津波 = “onda del porto”) come sinonimo di ‘onda di maremoto’.

Lo spostamento d’acqua prodotto da un terremoto si propaga progressivamente in superficie creando in mare aperto lunghissime onde superficiali, anche di qualche centinaio di chilometri quindi molto superiori alle comuni onde marine che osserviamo e che hanno lunghezze di pochi metri fino al massimo di 150m per quelle di tempesta.
Alle lunghezze d’onda di centinaia di chilometri corrispondono però altezze quasi impercettibili (centimetri) anche per una nave che le ‘cavalca’.
La velocità di propagazione di un’ onda di maremoto in pieno oceano è elevatissima (500 – 1000 km/h!).

In prossimità delle coste (bassi fondali), per attrito con il fondo, le onde rallentano fino a circa 90 km/h e lunghezze d’onda di qualche chilometro. Per un principio di conservazione dell’energia, aumenta l’altezza, a volte addirittura di molte decine di metri, quando raggiungono la linea di costa.
(Bitta scripsit XI III MMXXI)

Cieli sereni
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20 febbraio 1935 – Caroline Mikkelsen, la prima donna in Antartide!

ACCADDE OGGI.. 89 ANNI FA !
20 febbraio 1935

L’esploratrice danese-norvegese Caroline Mikkelsen (1906-1998), il 20 febbraio 1935, diviene la prima donna a mettere piede in Antartide.

Caroline Mikkelsen, nata in Danimarca, sposò il capitano norvegese Klarius Mikkelsen.
Nell’inverno 1934-1935, accompagnò il marito in una spedizione per cercare terre antartiche che avrebbero potuto essere annesse alla Norvegia.
Il 20 febbraio la spedizione approdò sulla piattaforma continentale antartica, Caroline lasciò la nave e partecipò all’innalzamento della bandiera norvegese su un tumulo commemorativo.
È una questione ancora controversa se questo sbarco avvenne sulla terraferma o su un’isola: inizialmente si pensò che fosse atterrata sulle colline Vestfold, non lontano dall’attuale stazione Davis ma nel 2002, dei ricercatori australiani accertarono che la squadra sbarcò sulle Isole Tryne, a circa cinque chilometri dalla terraferma, dove ancora oggi è possibile vedere il cumulo di pietra commemorativo.

Caroline Mikkelsen morì nel 1998 e in Antartide il monte Caroline Mikkelsen ha preso da lei il nome.

Cieli sereni
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17 febbraio, giornata nazionale del gatto!

Nata in Italia nel 1990 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’adozione dei gatti.Questa ricorrenza viene celebrata in date diverse in altre parti del mondo: ad esempio il 22 febbraio in Giappone 🇯🇵, il 1° marzo in Russia 🇷🇺, l’ 8 agosto in Canada 🇨🇦 e il 29 ottobre negli Stati Uniti 🇺🇸.

I GATTI A BORDO DELLE NAVI

I gatti, nell’antichità, erano ritenuti animali magici e numerose leggende e superstizioni erano diffuse tra i marinai: considerati animali intelligenti e porta fortuna erano oggetto di cure e attenzioni da parte degli equipaggi. Si riteneva che i gatti avessero poteri miracolosi nel proteggere le navi dalle intemperie: le mogli dei pescatori, a volte, tenevano in casa anche dei gatti neri, nella speranza che sarebbero stati in grado di usare la loro influenza per proteggere i loro mariti in mare.
Si credeva che fosse un evento fortunato se un gatto si avvicinava a un marinaio sul ponte, ma un presagio negativo se arrivava solo a metà strada e poi tornava indietro.
Un’ altra credenza popolare era che i gatti potessero scatenare tempeste attraverso la magia immagazzinata nelle loro code. Se un gatto di una nave cadeva o veniva gettato in mare, si pensava che avrebbe evocato una tempesta tale da fare affondare la nave e che se la nave fosse riuscita a salvarsi, sarebbe stata maledetta con nove anni di sventure. Se un gatto si leccava la pelliccia contropelo, significava che stava arrivando una tempesta di grandine; se starnutiva significava pioggia; e se era vivace significava vento.
Alcune di queste credenze hanno un fondamento di verità: i gatti sono in grado di percepire lievi cambiamenti meteorologici grazie al loro orecchio interno molto sensibile, che permette loro anche di cadere sempre in piedi. La bassa pressione atmosferica che di solito anticipa un tempo burrascoso, spesso rende i gatti nervosi e irrequieti.
I marinai giapponesi ritengono che un gatto, di una specie particolare come il calico, a tre colori (みけねこ, mike-neko), salendo sull’albero maestro della nave, tenga lontani gli spettri dei naufraghi.

CURIOSITÀ
Alcuni marinai ritenevano che il gatto polidattile (dotato di un numero di dita superiore al normale a causa di un’anomalia congenita) fosse più adatto per catturare animali nocivi, convinti del fatto che tali gatti, avendo più dita, avessero più equilibrio sulle imbarcazioni e in alcune parti del mondo i gatti polidattili sono anche chiamati “gatti di bordo”.

Cieli sereni
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LA CANDELORA

Oggi, 2 Febbraio, si è celebrata la CANDELORA, festa cattolica della Presentazione al Tempio di Gesù.
Sono state benedette e distribuite le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù che venne portato al Tempio di Gerusalemme, 40 giorni dopo la nascita, come previsto dalla legge giudaica per i primogeniti maschi.

LA CANDELORA A ROMA
A Roma ogni anno, secondo un’usanza consolidata da decenni, si svolge la Candelora dei Fiumaroli grazie all’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto, il più antico sodalizio mariano ancora attivo a Roma.
Si tratta di un’antichissima tradizione che risale al XV secolo e che ogni anno si rinnova.
La Canderola dei Fumaroli, che riguardava i barcaroli sul Tevere, oggi abbraccia tutte le persone che, a diverso titolo, lavorano ancora sul fiume o hanno a che fare con il Tevere: forze dell’ordine, della regione, associazioni sportive, federazioni, aziende e tutti coloro che amano il fiume Tevere.
La mattina del 2 febbraio (ultimamente nella domenica più prossima a questa data) tutti si presentavano sulle proprie imbarcazioni per la benedizione solenne e la consegna dei ceri.
Gli equipaggi potevano accenderli – come segno di devozione alla Madonna e come richiesta d’aiuto – solo in caso di pericolo, malattia, temporali e tempeste.

CURIOSITÀ
Il giorno della Candelora viene preso in considerazione dalla tradizione popolare per predire l’andamento della seconda parte della stagione fredda.

Un proverbio TOSCANO recita:
Candelora, se nevica o se plora dell’inverno sèmo fora
Ma se è sole o solicello, siamo ancora a mezzo inverno.

L’analogo proverbio VENETO, invece, dice:
Candelora, se la vien con sol e bora
de l’inverno semo fora
Se la vien con piova e vento
de l’inverno semo drento.

Quindi una Candelora di bel tempo preannuncia per i TOSCANI un inverno a venire ancora rigido mentre per i VENETI, già l’inizio della buona stagione.
Quale sarà il giusto pronostico?
Quello veneto o quello toscano? Vedremo!

Cieli sereni
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Domenica 28 gennaio 2024, primo giorno di Carnevale!

La data del Carnevale cambia tutti gli anni perchè legata alla Pasqua: quest’anno sarà il 31 marzo e di conseguenza il Carnevale, anch’esso festa mobile di origine cristiana, inizia oggi domenica 28 gennaio.

Perchè?
Si parte da 70 giorni prima della domenica di Pasqua (come detto il 31 marzo): troviamo questa domenica di oggi (28 gennaio) che è chiamata, appunto, Settuagesima che segna l’inizio del Tempo di settuagesima (o Tempo di Carnevale), un periodo di preparazione alla Quaresima, in cui, una volta, si praticava l’astinenza dalle carni nei giorni feriali.

Questo periodo di festeggiamenti, che comincia oggi, culminerà martedì 13 febbraio (Martedì Grasso).
Gli appuntamenti intermedi saranno: giovedì 8 febbraio (Giovedì grasso), domenica 11 febbraio (domenica di Carnevale).
Infine il 14 febbraio (mercoledì delle Ceneri) segnerà l’inizio della Quaresima, i 40 giorni che porteranno alla Settimana Santa che precede la Pasqua.

Cieli sereni
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27 gennaio 2022, la Bandiera dell’Honduras

ACCADDE OGGI…
Il 27 gennaio 2022, con una cerimonia alla presenza della
prima presidente donna dell’Honduras, Xiomara Castro, viene inaugurata la nuova bandiera dell’HONDURAS.
Il colore della bandiera è stato schiarito, portandolo dal blu scuro al turchese.
Il disegno, rimasto invariato, è basato sulla bandiera degli Stati Uniti dell’America Centrale, con i colori centroamericani: tre bande orizzontali, una bianca e due turchesi di uguali dimensioni. Secondo la tradizione, le bande turchesi rappresentano l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico mentre le cinque stelle simboleggiano le nazioni delle Province Unite (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Salvador) e la speranza di ricostituirne l’unione.

Cieli Sereni
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Il Capodanno Berbero

IL CAPODANNO BERBERO

Il 12 GENNAIO si festeggia il capodanno Berbero (Amazigh) secondo un calendario che deriva dagli antichi cicli agrari della regione nordafricana che inizia nel 950 a.C., anno della salita al trono del faraone Sheshonq I.
Il capodanno è noto con il termine berbero Yennayer (ⵢⴻⵏⵏⴰⵢⴻⵔ), che propriamente indica il primo mese dell’anno (il nome deriva infatti da quello latino di Ianuarius ).

Si festeggia in diverse zone del Maghreb e in molti paesi europei che ospitano le comunità berbere con spettacoli, balli tradizionali e degustazioni di street food passeggiando per i souk.

Un tratto caratteristico di questa festività, che spesso si confonde con quella islamica dell’ ashura, è l’uso, in molte regioni, di invocazioni rituali con formule quali bennayu, babiyyanu, bu-ini ecc., tutte espressioni che, secondo molti studiosi, potrebbero rappresentare la corruzione degli antichi auguri in latino bonus annus/bonum annum

CURIOSITÀ
Il calendario berbero segue il calendario giuliano, e quindi il primo mese dovrebbe iniziare il 14 gennaio gregoriano. Tuttavia, per un probabile errore nel ripristinare le usanze berbere in via di sparizione, oggi in gran parte dell’Algeria è opinione comune che la data d’inizio anno vada anticipata al 12 del mese e non al 14.

Cieli sereni e Buon 2974 !
PG




Lunedì 1 gennaio 2024 – anno bisestile

2024 ANNO BISESTILE
(Tempo di lettura 2 minuti 😐)

La Terra impiega esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi a completare un giro (orbita) intorno al Sole.
Il calendario (gregoriano), che utilizziamo per contare questi ‘giri intorno al Sole’ (.. che chiamiamo ANNI), arrotonda il conteggio ‘per difetto’ al numero intero di 365 giorni.

Questa differenza di quasi 6 ore ogni anno (24 ore ogni 4 anni !), se non venisse aggiunta ogni quadriennio, porterebbe il calendario civile ad essere sfalsato di 24 giorni nell’arco di un secolo da quello astronomico e, in 300 anni, ci si ritroverebbe a celebrare la Pasqua in…. pieno inverno!

Il primo ad accorgersi di questo inconveniente e a fare aggiungere nel calendario un giorno “extra” ogni 4 anni, fu Giulio Cesare nel 46 a.C.
Diamo la spiegazione del perché è chiamato BISESTILE quell’anno in cui si compie, ancora oggi, questa aggiunta di un giorno dopo il 28 di Febbraio.

Prima di tutto spieghiamo cosa sono le “calende” – dal latino cǎlendae, -ārum – da cui deriva la parola “calendario”: con tale appellativo si designava il giorno iniziale di ciascun mese nel calendario romano.
Quando mancavano sei giorni all’inizio di un mese (esempio 1° Marzo) si usavano, per i giorni a venire, delle definizioni del tipo “conto alla rovescia”.

Esempio:

  • 6 giorni prima delle Calende di Marzo
  • 5 giorni prima delle Calende…
  • 4 giorni prima…
  • 3 giorni prima…
  • 2 giorni…
  • 1 giorno…
    ! Calende di Marzo (1 Marzo)

I Romani decisero di inserire quel giorno ‘extra’ prima del 6° giorno antecedente le Calende di Marzo che fu pertanto chiamato ante dies bis sextus calendas Martias da cui “bisestile”.

Successivamente, quando si cominciò a contare i giorni del mese con numeri progressivi (1, 2, … 28), il giorno extra fu spostato e divenne il 29 febbraio.

Il metodo di Giulio Cesare aveva peró un limite: i giorni bisestili questa volta erano troppi e, con la nuova regola di arrotondamento, il calendario civile adottato ora “sforava” quello solare.
Le cose furono riordinate nel 1582 da Papa Gregorio XIII, che in quell’anno decise di far “saltare” i giorni dal 4 al 15 ottobre, e riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo.
Quel calendario, che usiamo ancora oggi, stabilì che gli anni bisestili fossero solamente quelli divisibili per 4, ECCETTO gli anni secolari che sono/saranno bisestili solo se divisibili per 400.
(Per esempio il 1900 non è stato bisestile, mentre il 2000 lo è stato)
In questo modo si “affinano” le 6 ore di ogni anno in 5 ore 48 minuti e 46 secondi.

Questa regola complicata serve a tenere conto del moto dell’asse di rotazione terrestre simile a quello di una trottola poco prima di fermarsi (PRECESSIONE).
Distinguiamo quindi l’anno solare (365 giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi) da quello siderale (che tiene conto anche della precessione) di 365 giorni 6 ore 9 minuti e 9 secondi.

In conclusione, a riprova della irregolarità dei moti celesti, secondo gli attuali calcoli resta ancora una piccola differenza di 26 secondi l’anno, un errore di appena 1 giorno ogni 3300 anni circa (!) .
Nei calendari moderni, scanditi dagli orologi atomici, si compensa anche quel ritardo, aggiungendo 1 secondo alla durata di un giorno (a mezzanotte del 31 dicembre) ogni volta che si accumula 1 secondo di discrepanza tra il tempo solare e quello siderale.
L’ultima volta che è stato aggiunto quel secondo (detto “intercalare”), è stato il 31 dicembre 2016.

Cieli sereni e Buon 2024
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29 dicembre 1911, indipendenza della Mongolia. Il suo simbolo: il Sojombo.

ACCADDE OGGI…
… il 29 DICEMBRE 1911

Il 29 dicembre è la festa nazionale della MONGOLIA in memoria del giorno dell’indipendenza dalla Dinastia Qing, nel 1911.
La Mongolia (ᠮᠣᠩᠭᠣᠯ ᠤᠯᠤᠰ in scrittura mongola) ha una bandiera composta da tre bande verticali di uguali dimensioni: una centrale blu, colore nazionale, che rappresenta il cielo, e due laterali di colore rosso.
Al centro della banda rossa sul lato del pennone, in giallo, è posto l’emblema nazionale, il Sojombo – una disposizione di elementi astratti che rappresentano Fuoco, Sole, Luna, Terra, Acqua e il simbolo dello Yin-Yang.

Il Sojombo è un simbolo speciale della scrittura mongola inventata dal monaco Zanabazar nel 1686. Il nome, che deriva dal sanscrito, significa “creato da sé”.
Si compone di dieci motivi astratti e geometrici ai quali viene attribuito il seguente significato:

Il FUOCO (🔥): è un simbolo di ricchezza e di successo. Le tre lingue della fiamma rappresentano il passato, il presente e il futuro.

Il SOLE (●) e la LUNA (☽): antichi simboli che rappresentano il cielo padre e, quindi, l’origine del popolo mongolo.

Due TRIANGOLI (▼), simili all’estremità di una freccia o di una lancia, puntano verso il basso per indicare la sconfitta dei nemici.

Due RETTANGOLI ORIZZONTALI (▬) rappresentano l’onestà e l’equità per il popolo mongolo, sia che si trovi ai vertici sia che occupi la base della società.

Il simbolo TAIJITU (☯), noto anche come Yin e Yang, illustra la reciproca complementarità tra uomini e donne.

Due RETTANGOLI VERTICALI (▮▮) sono interpretabili come le mura di una fortezza. Rappresentano unità e forza e si basano sul proverbio mongolo: “L’ amicizia reciproca è più forte dei muri di pietra”.

Il Sojombo, nel suo insieme, rappresenta dunque l’immutabilità e la costanza: il simbolo nazionale della libertà e dell’indipendenza.
🇲🇳

Cieli sereni
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La Cometa Nishimura

Nave Vespucci ha ripreso la navigazione nel Mar dei Caraibi verso Port of Spain (Tinidad e Tobago)

Chi sarà sveglio all’alba, per il turno di guardia in coperta, potrà osservare, bassa sull’orizzonte, la cometa 2023 P1 Nishimura.

LA COMETA NISHIMURA

L’11 agosto scorso, l’astronomo amatoriale giapponese Hideo Nishimura ha rilevato un oggetto luminoso vicino al Sole rivelatosi subito essere una nuova cometa!
Il 15 agosto, il Minor Planet Center ha ufficialmente confermato la scoperta battezzando la cometa C/2023 P1 NISHIMURA.

2023/P1 significa che la cometa è stata scoperta nel 2023, nella prima metà di agosto (corrispondente alla lettera P nel sistema di denominazione delle comete IAU, ed è stato il 1° oggetto di questo tipo scoperto nello stesso periodo;

Nishimura è il nome del già citato scopritore;

Quando e dove si può vedere la cometa?

La cometa sorge all’incirca alle 5.30, il Sole alle 6.30.
Questa finestra temporale al crepuscolo mattinale di circa 1 ora è, dunque, quella in cui si potrà osservare la cometa; non prima perchè ancora sotto l’orizzonte, nè dopo, perchè ‘coperta’ dalla luce del Sole ormai sorto.

La cometa Nishimura ha raggiunto la magnitudine 4,8 l’ 8 settembre scorso ed è già abbastanza luminosa per essere osservata ad occhio nudo. Sarà visibile, bassa sull’ orizzonte di Levante (ad Est), nella costellazione del Leone e diventerà ancora più luminosa nei prossimi giorni mentre raggiungerà il perielio: purtroppo sarà anche più vicina al Sole (come angolo della nostra visuale) e quindi più difficile da individuare.

ATTENZIONE !
Guardando la figura (da Skytonight ) bisogna ricordare che la linea punteggiata:

NON è la scia della cometa che attraversa il cielo in un attimo, come fanno le meteoriti.

NON è la traccia del moto della cometa durante un giorno, come fanno il Sole, la Luna e le stelle.

La figura serve ad individuare, per il giorno dell’osservazione, il punto del cielo (ossia la costellazione) dove puntare lo sguardo nella finestra oraria mattutina descritta, per vedere la cometa Nishimura.

Cieli sereni
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