Un incapace di successo.

David D’Amore_Donkey_China su carta.

Nessuno è escluso. Ormai sdoganato come insulto, spesso riferito a noi stessi tutte le volte che ci sembrava assurdo aver fatto un errore banale o mancato un obiettivo alla nostra portata ce lo siamo detti : “sono proprio un idiota”.

Quante volte è accaduto? Mille?

“Idiota”, nel senso etimologico della parola greca «Idiótes», era colui il quale poneva al di sopra di tutto i suoi interessi personali, da «idios» proprio

“Idiótes” stava a significare dunque in modo specifico l’«uomo privato», in contrapposizione all’uomo pubblico, il quale rivestiva cariche politiche e dunque era  considerato colto, capace ed esperto.

Quindi, già in greco “idiótes” accomunava i due significati che valevano sia “come persona che pensava solo a se stesso”, sia come “uomo inesperto”, “non competente”. 

È interessante notare che quando usiamo «idiota» con l’intenzione di offendere, dunque come un insulto, quest’ultima parola, contenga l’azione di aggredire la persona che si vuole ferire, appunto insultandola.  Ma come sappiamo bene, si può insultare e dunque ferire, in maniera molto più efficace anche non usando parole offensive, anzi spesso non usando proprio parole.

Torniamo ai greci, i quali erano decisi a definire “idiote” le persone che non avevano interesse per il bene comune ed implicitamente consideravano «non idioti» chi aveva una visione e interessi più ampi, che coincideva anche con l’essere un uomo politico. Naturalmente – come non ha mancato di farci notare la cronaca politica recente – non è un vincolo «non essere idiota» al giorno d’oggi per diventare uomo pubblico. Ne consegue che sarebbe da idioti affidare a un idiota l’interesse pubblico e dovremmo diffidare al massimo dai politici idioti, troppo concentrati su sé stessi. 

Ma questo è un altro discorso.

Quando la parola entra nella nostra lingua, intorno al XIII secolo, “idiota” significa (e di lì in poi significherà fino ai giorni nostri) «chi è stupido, privo di senno, incapace di ragionare». Come per altri vocaboli di significato simile (stupido, scemo, imbecille ecc.) è possibile usare la parola in senso aggressivo, adoperandolo come epiteto spregiativo o, come invece spesso accade, colloquialmente scherzoso. 

[E’ doveroso precisare che l’idiozia come grave malattia dello sviluppo mentale ha cessato da tempo di costituire una fattispecie valida nella medicina].

Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale dannoso delle persone stupide. E questo potenziale è molto più pericoloso di quanto si immagini. Soprattutto quando ha la possibilità di influire sulle vite altrui, il che vuol dire quando l’idiota, con le sue stupide decisioni, condiziona il futuro di molti, quando insomma si trova al comando.

D’altronde se non siamo un pò tutti succubi del pensiero dominante? Se (casi eccezionali) non inseguiamo il profitto a ogni costo, oppure non pensiamo che spregiudicatezza, guadagno e proprietà siano le uniche leggi da rispettare, quante volte ci capita di sentirci degli idioti?

La società si è evoluta e mentre una volta gli idioti erano solo degli idioti qualunque, adesso vogliono strafare, tanto da non farci capire se sono idioti di loro o se hanno fatto qualche master per scalare di un livello, e hanno fatto carriera e preso il titolo di “emeriti idioti”.

Spesso questi assumono i connotati da leader, favoriti dal fatto che i saggi cercano erroneamente di ascoltare anche gli idioti, mentre gli idioti ascoltano solo se stessi, pertanto quest’ultimi hanno maggiore libertà di parola. 

L’aggravante è che avendo spesso potere, gli idioti hanno sempre degli adulatori intorno a loro , che li ricoprono di bava, richiedendo loro un parere, spesso non necessario, e non si rendono conto che  se avessero l’accortezza di capire che, quando un idiota (raramente) tace, è sempre meglio non interromperlo.

Chiuderemmo così la questione: Idiota è chi si occupa solo di sé stesso e spesso è un incapace di successo.