L’ombra del soldato – Cristina Cireddu

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa. 

Persino da te stesso”

Illustrazione di Anna La Tati Cervetto
Rubrica a cura di Sara Balzotti_

Data di pubblicazione: 22 giugno 2021

Casa editrice: Independently published

Genere: narrativa 


Gli eventi della seconda guerra mondiale sono ben conosciuti da tutti noi ma il dolore nel sentirli raccontare è sempre grande, tutte le volte.

L’ombra del soldato” è il racconto intenso della convivenza di Luigi, il protagonista della storia, con il fantasma del soldato Luca, che vive in lui. 

La terra piange e i ricordi del soldato, militare alpino, sono forti e impietosi sul protagonista.

Gli accadimenti degli alpini in Russia, durante la Seconda guerra mondiale, tornano vivi alla memoria così come le conseguenze scatenate dagli eventi di guerra. 

L’alpino amava fortemente Gina e la forza del suo sentimento gli aveva dato la forza di resistere nei momenti più difficili. L’affiatamento che si creò con i compagni alpini al fronte era speciale e le storie dei soldati è commovente e dolorosa: chi di loro era riuscito a salvarsi?

Luigi vive sempre più intensamente le sue visioni, che sempre più difficilmente riesce a gestire in modo distaccato dalla quotidianità.

Cosa rappresenta la misteriosa scatola rossa ritrovata in casa dal protagonista?

Come si legheranno fra di loro le strane coincidenze che avvengono nella vita del giovane Luigi? Luca, il fantasma, è sempre più presente e le persone che hanno rivestito un ruolo importante nella sua vita mano a mano entrano anche nella vita del protagonista. 

Per fortuna il giovane viene supportato dalla fidanzata, Pamela, che rappresenterà un sostegno fondamentale alla ricerca della verità sul soldato Luca Biscioni. Nel progredire delle visioni Luigi rischia di perdere il contatto con la realtà e anche con la fidanzata… sarà abbastanza forte la coppia dei tempi moderni?

Cristina Cireddu ci regala un romanzo davvero coinvolgente, per certi punti di vista leggermente e vagamente horror, ma assolutamente ben narrato e appassionante. Gli intrecci della storia di Luigi, giovane “posseduto”, ben si legano a quelli del fantasma alpino, Luca, e non sono mai noiosi o banali.

Dolce Luca, l’alpino, la tua forza e la tua poesia sono un esempio per tutti noi. 

Sicuramente “L’ombra del soldato” è anche un omaggio al corpo militare degli alpini, i cui valori sono sempre stati ben difesi dai soldati anche durante il difficile periodo della Seconda guerra mondiale.

Al termine della lettura dell’ “Ombra del soldato” viene naturale prendersi un momento di silenzio da dedicare a tutte le persone rimaste coinvolte nell’orrore della guerra: nel passato e, purtroppo, nel presente.


Ciao a tutti! Sono Sara Balzotti. Adoro leggere e credo che oggi, più che mai, sia fondamentale divulgare cultura e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lettura. Ognuno di noi deve essere in grado di creare una propria autonomia di pensiero, coltivata da una ricerca continua di informazioni, da una libertà intellettuale e dallo scambio di opinioni con le persone che ci stanno intorno. Lo scopo di questa nuova rubrica qui su FUORIMAG è quello di condividere con voi i miei consigli di lettura! Troverete soltanto i commenti ai libri che ho apprezzato e che mi hanno emozionato, ognuno per qualche ragione in particolare. Non troverete commenti negativi ai libri perché ho profondamente rispetto degli scrittori, che ammiro per la loro capacità narrativa, e i giudizi sulle loro opere sono strettamente personali pertanto in questa pagine troverete soltanto positività ed emozioni! Grazie per esserci e per il prezioso lavoro di condivisione della cultura che stai portando avanti con le tue letture! Benvenuto!

A questo link qui sotto puoi trovare altre mie recensioni.

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Il libro delle case – Andrea Bajani

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa. 

Persino da te stesso”

Illustrazione di Anna La Tati Cervetto

Rubrica a cura di Sara Balzotti_

Il libro delle case – Andrea Bajani

Casa editrice: Feltrinelli 

Data di pubblicazione: 04 febbraio 2021

Genere: narrativa 


Possono essere definiti casa le nostre abitazioni e quelle dei nostri amici e parenti ma anche il contesto delle esperienze vissute e gli eventi che si susseguono dall’infanzia alla vita adulta.

La storia familiare e personale di una persona può essere raccontata in tanti modi e Andrea Bajani utilizza un modo davvero particolare di presentare quella di “Io“.

Io” si racconta analizzando la casa prima dall’esterno, con un approccio molto tecnico, e poi all’interno descrivendo ogni elemento delle ulteriori “sotto case” che compongono gli avvenimenti accaduti.

La storia di “Io” è piena di dolore e il ricorso ai numeri feedback serve forse a spulciare nella memoria per ricercare i momenti più leggeri e felici, che purtroppo non sono molti.

Il dolore viene raccontato bene dalle numerose “case” che compongono la scena; queste sanno essere davvero impietose nel riportare a galla i comportamenti e le parole che hanno fatto tanto soffrire “Io“.

Io cresce e vive fra Torino e Roma e in entrambe le città non riesce a trovare pace.

Nonna“, la madre Padre, sa bene che il figlio si arrabbia spesso perché è venuto al mondo e poco valgono la bella casa al mare affittata tutti gli anni per la famiglia e le dolci storie della buonanotte raccontate ai nipoti. 

Il dolore e la rabbia di “Padre” sono incontenibili e tutti in qualche modo ne vengono coinvolti, senza troppe vie d’uscita.

Nonna” e “Madre” non riescono a proteggere “Io” e “Sorella“; il rapporto fra i due fratelli purtroppo non riesce a rafforzarsi.

Padre” non lascia spazio alle unioni.

Io riesce a conoscere l’amore e a costruire la casa della propria famiglia ma riuscirà a risarcire le ferite del passato?

Quando “Moglie” dovrà affrontare un momento della vita molto difficile, la casa del loro rapporto avrà fondamenta abbastanza solide?

Con “Figlia“, quale rapporto stabilirà “Io“?

La vita fuori da “Io” non è meno difficile e dolorosa.

C’è la casa di “Prigioniero“: verrà catturato?

C’è la casa di “Poeta“: che cosa gli è capitato nella Roma corrotta?

Alla fine, ci sarà una casa che riuscirà ad alleviare il dolore di “Io“?

Il punto di vista raccontato nel “Libro delle case” è davvero particolare e interessante e il lettore non potrà vivere la storia senza rimanerne coinvolto!


[Nota della Redazione di Fuorimag.it]

Il romanzo di Bajani ha lo scopo di indagare le strutture sentimentali di un uomo attraverso gli spazi reali e immaginari che occupa. Il lettore ha così la possibilità di accedere a diversi ambienti nello spazio e nel tempo.  Un capitolo dopo l’altro, un insieme di tessere di un puzzle che prende forma, la vita di “Io” si rivela al lettore nella sua complessità emotiva ed esistenziale.

Attraverso questo percorso, il romanzo racconta pezzi della nostra storia [vissuta in prima persona dal sottoscritto], dagli anni ’70 fino ai giorni nostri: l’uccisione di Aldo Moro, il ritrovamento del corpo martoriato di Pasolini all’Idroscalo di Ostia, sono ricordi indelebili che irrompono nella narrazione e riaprono ferite mai guarite. [ADL]


Ciao a tutti! Sono Sara Balzotti. Adoro leggere e credo che oggi, più che mai, sia fondamentale divulgare cultura e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lettura. Ognuno di noi deve essere in grado di creare una propria autonomia di pensiero, coltivata da una ricerca continua di informazioni, da una libertà intellettuale e dallo scambio di opinioni con le persone che ci stanno intorno. Lo scopo di questa nuova rubrica qui su FUORIMAG è quello di condividere con voi i miei consigli di lettura! Troverete soltanto i commenti ai libri che ho apprezzato e che mi hanno emozionato, ognuno per qualche ragione in particolare. Non troverete commenti negativi ai libri perché ho profondamente rispetto degli scrittori, che ammiro per la loro capacità narrativa, e i giudizi sulle loro opere sono strettamente personali pertanto in questa pagine troverete soltanto positività ed emozioni! Grazie per esserci e per il prezioso lavoro di condivisione della cultura che stai portando avanti con le tue letture! Benvenuto!

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La quadrilogia de “L’amica geniale” – Elena Ferrante

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa. 

Persino da te stesso”


Rubrica a cura di Sara Balzotti_

“L’amica geniale” di Elena Ferrante 

Casa editrice: Edizioni e/o 

Anno di pubblicazione: 2011

Genere: narrativa 


Ho letto la serie dell’amica geniale nel 2015 e per un anno intero non sono più riuscita a leggere altro!

La storia viene sviluppata in quattro libri e racconta l’amicizia fra Elena (Lenù) e Raffaela (Lila) nata nell’infanzia e proseguita fino all’età adulta.

Il racconto della loro amicizia viene contestualizzato nelle vicende familiari di entrambe; le difficoltà e le esperienze tipiche di ogni fase della crescita delle due ragazze (infanzia, adolescenza, età adulta) sono ben descritte e assolutamente coinvolgenti.

Lenù e Lila hanno caratteri molto differenti.

Lenù è timida e introversa e, solo all’apparenza, fragile. 

Lila è un vulcano, ribelle, eccentrica; la sua sicurezza in se stessa l’ha raggiunta soltanto a seguito di tanti sacrifici.

Entrambe vivono una vita familiare molto difficile e dolorosa; Lila forse è quella che ne risente di più e il suo futuro verrà fortemente condizionato dal rapporto con il padre e il fratello.

La storia è ambientata nella Napoli degli anni ’50, ancora libera dalle problematiche politiche e sociali di oggi ma non per questo più facile. 

Le regole del rione sono spietate; la famiglia è molto dura e violenta con i figli ed essere donna comporta farsi carico di pesi molto grandi da sopportare.

La serie coinvolge il lettore per l’intensità della scrittura. Gli sviluppi sono molto chiari e l’attenzione viene mantenuta alta fino all’ultima pagina; quattro libri possono essere tanti per la storia della vita delle due amiche ma assolutamente non viene mai meno la passione del racconto.

Elena Ferrante mantiene alta l’attenzione e le emozioni che regala sono varie e di alto livello. Non ho mai avvertito un calo nella storia, ho divorato tutti i libri, assetata del prosiéguo e addolorata per gli eventi che si susseguono.

Si tifa per Lila, per la sua forza e la sua capacità di non arrendersi, nonostante le sue contraddizioni.

Si apprezza Lenù per la precisione del racconto e l’amore, a volte soffocato, per la sua città e i suoi abitanti. Le sue origini le rimangono nel sangue, anche quando cerca di rimuoverle e i sentimenti che prova entrano nel sangue del lettore.

Il successo di Elena Ferrante non è mai abbastanza per le emozioni regalate dalla sua serie “L’amica geniale”!


Ciao a tutti! Sono Sara Balzotti. Adoro leggere e credo che oggi, più che mai, sia fondamentale divulgare cultura e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lettura. Ognuno di noi deve essere in grado di creare una propria autonomia di pensiero, coltivata da una ricerca continua di informazioni, da una libertà intellettuale e dallo scambio di opinioni con le persone che ci stanno intorno. Lo scopo di questa nuova rubrica qui su FUORIMAG è quello di condividere con voi i miei consigli di lettura! Troverete soltanto i commenti ai libri che ho apprezzato e che mi hanno emozionato, ognuno per qualche ragione in particolare. Non troverete commenti negativi ai libri perché ho profondamente rispetto degli scrittori, che ammiro per la loro capacità narrativa, e i giudizi sulle loro opere sono strettamente personali pertanto in questa pagine troverete soltanto positività ed emozioni! Grazie per esserci e per il prezioso lavoro di condivisione della cultura che stai portando avanti con le tue letture! Benvenuto!

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Sii impeccabile con la parola – Matteo Capelli

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa. 

Persino da te stesso”

Illustrazione di Anna La Tati Cervetto

Rubrica a cura di Sara Balzotti_

Sii impeccabile con la parola – Matteo Capelli

Casa editrice: WriteUp

Anno di pubblicazione: 01/07/2021

Genere: narrativa


Alzi la mano chi non ha mai vissuto un periodo della propria vita dove tutto va a rotoli…!

Davide, trentenne e protagonista della storia, si laurea e dopo i festeggiamenti piuttosto “briosi” inizia ad affacciarsi al mondo del lavoro. All’inizio il protagonista affronta la ricerca con tranquillità, quasi con leggerezza, sicuro che la tipologia di lavoro che sta cercando sarà sicuramente disponibile.

Con il passare del tempo la realtà sarà del tutto diversa e l’euforia iniziale si trasformerà gradualmente in preoccupazione e, quasi, in angoscia.

I colloqui che sostiene sono quasi paradossali e Davide è molto bravo a difendere la propria dignità.

Quanti giovani o neolaureati si trovano a dover lottare, e quasi elemosinare, un posto di lavoro dignitoso che consenta loro di costruirsi un proprio futuro? L’offerta formativa è molto vasta ma quanti posti di lavoro sono realmente disponibili per consentire un adeguato collocamento ai giovani che investono (anche economicamente) sul proprio futuro?

Non è retorica, è un problema sociale sul quale non dovremmo abbassare l’attenzione.

In questa fase, anche famiglia e vita sentimentale sono per Davide fonte di sofferenza. 

I social, in particolare Facebook, e il vizio del fumo sono le uniche ancore di salvezza del ragazzo ma fino a che punto sono efficaci?

Facebook è sempre più una vetrina per chi ha bisogno di affermare se stesso nella società, condivisione di luoghi comuni o mezzo di divulgazione di basso profilo per utenti facilmente manovrabili.

Le sigarette hanno un costo, non solo sul portafoglio.

Come uscirne?

La grande passione del protagonista sembra essere la sua ultima ancora di salvezza, fino a quando…

All’inizio ho trovato un pò di difficoltà ad immedesimarmi nella storia; il punto di vista maschile del racconto è diverso dall’approccio femminile all’interpretazione degli eventi.

Noi donne siamo abituate ad analizzare ogni singola situazione da mille punti di vista, ognuno dei quali è l’opposto dell’altro: il tutto intriso di mille emozioni, anche in questo caso, contrastanti!

L’uomo è pragmatico e quando l’ho realizzato, mi sono affezionata a Davide!

Davide è una persona seria, forte e molto rispettosa di se stesso.

Ovviamente fa fatica a reggere il peso degli eventi e alla fine…

Il racconto delle peripezie di Davide avrà vari colpi di scena; questi sta vivendo davvero sulle montagne russe! 

Come evolveranno gli eventi? Come andrà a finire?

Sii impeccabile con la parola” ci offre una lettura molto chiara della nostra società che ancora non riesce a tutelare e valorizzare i nostri giovani; PERSONE serie che hanno tutto il diritto di fare le proprie esperienze in un mondo del lavoro che li rispetti.

Sii impeccabile con la parola” vuole essere anche uno spunto di riflessione affinché riusciamo a rimettere Facebook nel posto che merita nella nostra vita: forse in fondo !

Ringrazio Matteo Capelli per avermi inviato il suo lavoro; la sua scrittura, come Davide, è simpatica e ironica e mai superficiale!

In bocca al lupo caro Davide! 🙂



Ciao a tutti! Sono Sara Balzotti. Adoro leggere e credo che oggi, più che mai, sia fondamentale divulgare cultura e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lettura. Ognuno di noi deve essere in grado di creare una propria autonomia di pensiero, coltivata da una ricerca continua di informazioni, da una libertà intellettuale e dallo scambio di opinioni con le persone che ci stanno intorno. Lo scopo di questa nuova rubrica qui su FUORIMAG è quello di condividere con voi i miei consigli di lettura! Troverete soltanto i commenti ai libri che ho apprezzato e che mi hanno emozionato, ognuno per qualche ragione in particolare. Non troverete commenti negativi ai libri perché ho profondamente rispetto degli scrittori, che ammiro per la loro capacità narrativa, e i giudizi sulle loro opere sono strettamente personali pertanto in questa pagine troverete soltanto positività ed emozioni! Grazie per esserci e per il prezioso lavoro di condivisione della cultura che stai portando avanti con le tue letture! Benvenuto!

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Jack Frusciante è uscito dal gruppo – Enrico Brizzi

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa. Persino da te stesso”

Illustrazione Federico Fossi_ vietata la riproduzione senza consenso scritto

Rubrica a cura di Sara Balzotti_

Jack Frusciante è uscito dal gruppo – Enrico Brizzi

Casa editrice: Mondadori 

Anno di pubblicazione: 1994

Genere: narrativa 


Libro della mia adolescenza che racconta l’adolescenza.

La potenza dei libri.. Alex, diciassette anni e protagonista della storia, legge un libro e in lui scatta qualcosa.. inizierà a guardarsi intorno, vivendo tutte le esperienze tipiche dell’adolescenza.

L’adolescenza è la scoperta della consapevolezza della propria individualità, che mette in discussione quello che i genitori e la comunità ci ha insegnato e, a volte, impartito.

È quel periodo dove si mettono le basi per la costruzione della nostra personalità attraverso lo sguardo critico di quello che ci circonda, associato al costante antagonismo verso quello che non riteniamo giusto e verso tutti i tipi di ingiustizia.

In adolescenza si gettano le basi della propria crescita culturale, coltivata soprattutto attraverso la musica; fondamentale è, ovviamente, anche il confronto con le dinamiche dei “grandi”.

Durante questo particolare periodo risultano fondamentali le amicizie; queste possono essere obbligate e/o legate ai compagni di scuola e non sempre riescono a farci sentire del tutto completi. Le amicizie però possono essere coltivate anche con singoli ragazze/i: rapporti elitari nati e coltivati al di fuori dell’ambiente scolastico. 

I grandi gruppi di amici che in alcune occasioni possono non farci sentire accolti e apprezzati a pieno, consentono di condividere avventure ed emozioni affascinanti, spesso proibite, ma che restano nel cuore.

I veri amici, protetti e difesi con affetto, tante volte possono restare al nostro fianco fino all’età adulta.

Nell’avvicendarsi e nell’andirivieni delle amicizie, alcuni adorati compagni di scorribande e di sogni possono trovare difficoltà a gestire i propri limiti, con il rischio di vederli travolti da un mondo più grande di loro, dove gli adulti non riescono a proteggerli e a salvarli.

L’adolescenza, infine, è anche e soprattutto la scoperta dell’amore. L’amore grande, immenso, che ci riempie e ci fa volare.

I primi rapporti sono totalizzanti e ci travolgono, non soltanto dal punto di vista fisico. 

Le giornate si impregnano di sogni e di speranze che a volte s’infrangono, a causa dei primi tradimenti o di eventi indipendenti dalla volontà degli innamorati.

Quando il primo vero amore finisce, il dolore è lancinante e sembra non lasciare scampo..

Il sano passaggio all’età adulta sembrerebbe possibile soltanto se si riescono a vivere tutte le emozioni “previste” dall’adolescenza: amori, delusioni, felicità immense e delusioni cocenti.

Non è facile distinguere se i ricordi provengono dalla lettura del libro o dalle esperienze del lettore.. sicuramente “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” è travolgente e ricorda le preziose emozioni vissute da ragazzi (musica, amore, sofferenze, passioni e musica).

Probabilmente, come Alex, anche noi abbiamo vissuto un viaggio solo e triste “come una birra senz’alcool”.


Ciao a tutti! Sono Sara Balzotti. Adoro leggere e credo che oggi, più che mai, sia fondamentale divulgare cultura e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lettura. Ognuno di noi deve essere in grado di creare una propria autonomia di pensiero, coltivata da una ricerca continua di informazioni, da una libertà intellettuale e dallo scambio di opinioni con le persone che ci stanno intorno. Lo scopo di questa nuova rubrica qui su FUORIMAG è quello di condividere con voi i miei consigli di lettura! Troverete soltanto i commenti ai libri che ho apprezzato e che mi hanno emozionato, ognuno per qualche ragione in particolare. Non troverete commenti negativi ai libri perché ho profondamente rispetto degli scrittori, che ammiro per la loro capacità narrativa, e i giudizi sulle loro opere sono strettamente personali pertanto in questa pagine troverete soltanto positività ed emozioni! Grazie per esserci e per il prezioso lavoro di condivisione della cultura che stai portando avanti con le tue letture! Benvenuto!

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Angeli e Alchimia.

“Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa.

Persino da te stesso”

Copertina Alessandra Carriere
Rubrica a cura di Sara Balzotti_

Angeli e Alchimia – Barbara De Maestri

Casa Editrice: Independently Published

Anno di pubblicazione: 2019


Ho avuto la fortuna di conoscere Barbara De Maestri tramite Instagram ed è stata sintonia a “prima vista”. Barbara è empatica e va oltre lo strato superficiale della quotidianità.

Da cosa sono regolamentati i nostri comportamenti e i nostri pensieri? 

Che cosa c’è dietro quello che noi crediamo essere la realtà?

“Angeli e alchimia” è un viaggio nel mondo dell’alchimia con alcuni spunti di esoterismo e fantasy.

Ancora oggi i misteri della pietra filosofale affascinano gli appassionati in materia ma chissà che non si tratti solo di qualcosa di intangibile e che quello che rappresenta non sia qualcosa di diverso.. con uno studio approfondito di noi stessi e delle leggi della natura tutti noi potremmo ottenerla?

Estelle, Marcus, Dylan, Samuel e Lucas sono compagni di classe e ognuno di essi sembra avere qualcosa di speciale. Il prof. Hopp ne sembra convinto.. quali misteri e quali progetti ha in serbo per i giovani ragazzi?

La coscienza collettiva e le sorti dell’umanità sembrerebbero a rischio a causa di un personaggio oscuro e ambiguo arrivato in città, Milano (dove inizia la storia è dov’è in parte ambientata).

In modo misterioso i cinque compagni di avventura vengono portati a Mont Saint-Michel, luogo cruciale alchemico dove gli eventi si svilupperanno a ritmo sempre più serrato e quando tutto sembra essere arrivato a conclusione, il lettore viene lasciato a bocca aperta!

La storia personale dei cinque protagonisti e i loro rapporti familiari impattano profondamente sulla qualità delle loro vite e forse per loro è arrivato il momento di fare i conti con se stessi. 

“Angeli e Alchimia” è anche lo spunto di riflessione sull’amore eterno e sul reale rapporto delle anime delle persone: namasté!

La scrittura di Barbara è ricca di amore.

La ringrazio per il regalo che ha fatto a noi lettori con questo libro, ricco di emozioni, suspense e spunti di riflessione importanti!

Copertina Alessandra Carriere

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Un farabutto esistere.

di Carlo Marrone_

A Ischia, dove passo diversi mesi l’anno, naturalmente quelli che vanno dalla primavera all’autunno, c’è un piccolo ristorante che denuncia la propria particolarità già nel nome, “Cozze Anonime”, e che apre un solo giorno la settimana.

Anzi, non tutte le settimane: solo tre su quattro e solo nei mesi estivi e primaverili, quelli in cui vivo la stagione pure io.

A Marzo apre solo il tempo di far prendere aria ai locali rimasti chiusi di inverno, togliere la muffa ma, se è ispirato, e non è affatto detto che ciò accada, il proprietario decide di dar da mangiare a che ne faccia richiesta.

Non posso mettere una foto che lo mostri, perché il titolare me lo proibisce tassativamente.

Perfino a me, che sono ormai da anni il suo cliente preferito.

Non è una cosa irrilevante, perché si tratta del ristorante, dicono, più richiesto al mondo.

Mi spiego meglio: io, come cittadino onorario (quale mi sento) di questo piccolo paesino che si affaccia sul golfo di Napoli, valgo come uno zircone in una cesta di diamanti. Eppure, in questo ristorante, io arrivo senza prenotare mentre i proprietari degli Yatch che ormeggiano nel pontile di fronte, attendono mesi per ottenere la prenotazione, e spesso devono chiamare ad inizio primavera per assicurarsela.

Questo privilegio dipende dal fatto che ormai dieci anni fa, salvai il cane del proprietario del ristorante, che era caduto in acqua mentre abbaiava ad una barca che stava facendo manovra, rischiando di restare schiacciato tra banchina e scafo.

Il giorno dopo quel salvataggio, mentre ero al bar a prendermi il mio abituale caffè mattutino seduto al solito tavolino con vista sul mare, forse informato dell’evento della sera precedente, il titolare del ristorante venne a ringraziarmi.

Mi ero guadagnato l’eterna riconoscenza del titolare de “la cozza anonima”.

Luigi, è un uomo di circa 65 anni, pienotto, con la faccia butterata ed un sorriso indecifrabile. Mi ricorda Charles Bukowski . Non è quello che si dice un bell’uomo eppure, e non so come sia possibile, ha più fascino di molti altri che magari sono oggettivamente considerati belli.

La bellezza non ha misure o regole ferree, non è vero che sia oggettiva.

Il giorno in cui scrissi questo racconto, mi trovavo dunque seduto al ristorante, nel tavolo all’angolo che ormai era diventato quasi di mia esclusiva pertinenza, e stavo aspettando mi portassero il piatto che secondo me non ha eguali al mondo.

Una carbonara di mare con cozze, capesante, guanciale, ricotta salata e gamberi. Se venisse replicato da qualunque altro cuoco al mondo, sono sicuro che risulterebbe immangiabile.

Mentre mi gustavo il piatto, con un ottimo bicchiere di vino bianco freddo, naturalmente un Mamertino di Milazzo DOC, notai che l’uomo nel tavolino di fronte a me, veniva trattato con grande rispetto e un signore anziano gli stava facendo firmare una foto.

L’uomo, anziano anche lui, doveva essere stato una celebrità ma, onestamente, non riuscii subito a riconoscerlo.

Aveva i capelli lunghi e bianchi ed una barba dello stesso colore malcurata, anch’essa lunga.

Provai a guardare di sfuggita la foto sulla quale stava scrivendo la sua firma, risalente a quando era giovane. Poteva essere stata una rockstar, forse un chitarrista di una band inglese del periodo hippy, anche perchè nella foto che stava firmando, alle sue spalle, si notavano delle tribune di uno stadio.

La foto era così originale, anzi unica, da rimandarmi indietro con la memoria al punto di farmi ricordare il nome dell’uomo: Ezio Vendrame, giocatore di calcio negli anni 70, talento e indisciplina da vendere, uno dei primi dissacratori del sistema, un visionario.

Mentre visualizzavo le figurine che avevo collezionato e che lo ritraevano, non mi ero accorto che lo stavo fissando e, prima che potessi trovare qualcosa da dirgli, di solito sono banalità, si rivolse a me anticipandomi con un “noi due ci conosciamo forse? È stato un calciatore pure lei? “

No, gli risposi, ho giocato anche io a pallone ma come dilettante, ora più che altro mi piace scrivere. Scrivere di storie di uomini che possono aver lasciato un segno del loro passaggio. Possiamo bere un bicchiere insieme?

Il Campione mi avvicino una sedia come ad invitarmi, e io mi sedetti al suo tavolo.

Nella località dove mi trovavo, c’era un hotel frequentato da personaggi noti, attori, sportivi, anche politici molto importanti, spesso.

La mattina di quella giornata avevo avuto l’occasione di parlare con un regista famoso ed una attrice altrettanto nota, entrambi ospiti del festival del cinema che si teneva li ogni anno, ma sedermi vicino a Vendrame, per me era di gran lunga il momento più emozionante della giornata.

Ezio Vendrame era unico. Personalmente lo ritengo, insieme a Paolo Sollier, per la politica, e naturalmente Gianfranco Zigoni, considerato anch’egli un anomalia nel sistema calcistico dell’epoca, tra i pochi giocatori che per meriti non esclusivamente sportivi, hanno il diritto di restare nella storia di questo sport.

Anche Gigi Meroni, che andava in giro con una gallina, e la cui tragica morte forse lo ha aiutato ad entrare nel mito, non aveva lo stesso carisma e spessore di Vendrame.

La cultura sportiva, in Italia, e anche in alcune redazioni, manca completamente. Intendo dire la cultura vera, quella che al di là della disciplina sportiva specifica, riesce a raccontare storie di uomini che non sono passate inosservate e che anzi spesso vengono tramandate.

Superate le domande formali sul tempo e sullo stato di salute, cosa peraltro ipocrita e di cortesia, perché all’apparenza i suoi 73 anni non erano molto ben portati, gli chiesi se fosse vero l’episodio di quando giocava nel Vicenza e si rivolse ad un gruppo di tifosi rimproverando loro di osannare una persona che si limitava a giocare a calcio.

“ beh..oggi una dichiarazione del genere, nella superficialità ideologica che dilaga, verrebbe messa in risalto e avrebbe un sacco di consensi ma allora eravamo in un periodo quasi di guerra civile, con gli operai fuori dalle fabbriche e le Brigate Rosse che facevano propaganda all’interno delle stesse, ed io onestamente credo che la mia uscita in fondo era anche un po’ banale e qualunquista…! “

Erano gli anni Settanta, i primi, e personaggi così non ce n’ erano molti nel calcio: capelloni magari sì, estroversi pure, ma spregiudicati e spontanei anticonformisti no, non molti davvero. 

“Del calcio non mi fregava nulla neanche allora: le pressioni, l’ansia del risultato, le restrizioni alla vita privata, tutta roba che mi faceva schifo. Allora in campo mi inventavo qualcos’altro: era il mio modo per ripagare tutta quella gente che, chissà perché, mi veniva a guardare giocare”.

Un suo modo di sbeffeggiare quello che in fondo era il suo lavoro, era racchiuso in un gesto irriverente. A volte quando aveva il pallone tra i piedi, in una azione in cui la sua squadra stava attaccando, si fermava all’improvviso, saliva con entrambi i piedi sulla palla, e con la mano sopra la fronte a mo’ di vedetta, scrutava l’orizzonte.

“Era un modo per far capire che oltre al calcio, che era già allora era preso troppo sul serio, c’era dell’altro. Bisognava guardare oltre….“

Ma forse questo gesto era anche il suo trucco per esorcizzare qualcosa: una sorta di tensione interiore, una profonda sofferenza nell’ affrontare le domande della vita.

Ritiratosi a fine carriera in una frazione vicino al suo paese, Casarsa della Delizia, dove è sepolto Pier Paolo Pasolini, Vendrame rilasciò un giorno una intervistà a Gianni Minà, proprio sulla tomba del Regista e Poeta bolognese.

“ Minà voleva scusarsi di avermi fatto fare 250 km per una intervista che reputavo ignobile e mi propose di rimborsarmi la benzina. Ma io gli chiesi di raggiungermi al mio paese, Casarsa, al cimitero, dove gli avrei raccontato storie ed aneddoti. Gli dissi, “vieni che ti presento il mio compaesano più vivo di tutti, peccato che sia morto…”

Un altro poeta, e cantautore, Piero Ciampi, suo grande amico, ha rappresentato il suo legame con la scrittura e la poesia.

“A Piero devo tutto. Quello che so l’ho imparato da lui. La sua morte mi ha sconvolto, al punto che decisi di smettere di giocare e dedicarmi a coltivare l’anima “

Diventa egli stesso poeta, pubblica raccolte di versi, soprattutto ricordi. 

Il calcio è una cosa volgarissima, rispetto alla poesia “   mi dice prima di sorseggiare un po’ del vino che stiamo condividendo.

 “E da un bel po’ che sto male. Vorrei non pensarci, ma mi viene difficile non farlo. Me ne sto a casa, penso, rifletto, ogni tanto mi torna la voglia di scrivere, ma non sempre lo faccio. Esco poco ormai, fuori sono aumentate a dismisura le persone insopportabili. Il 23 dicembre mi barrico in casa e scrivo i miei versi. Riemergo all’Epifania perchè il peso delle Feste mi è insopportabile “.

Se mi mandi in tribuna, godo” e “Una vita in fuorigioco” sono due dei suoi libri, che in fondo possono essere considerati una summa della sua vita.

“ .. si, ma ne ho scritti anche altri, erano un copia incolla di ricordi, ma che funzionava”. 

Un elenco di racconti e verità, doping, partite truccate, sesso. 

“Durante un Padova- Udinese mi offrirono sette milioni per giocare male, senza sapere quante volte avevo fatto schifo gratis…durante quella partita segnai direttamente dal calcio d’angolo e mi soffiai il naso con la bandierina posizionata sul corner  ” ride, ricordando l’episodio.

Usa un linguaggio vietato ai minori che oggi sarebbe quanto meno, politicamente scorretto, come si (ab)usa dire.

«Ma sono le parole del calcio: i giocatori sono ragazzi, spesso ignoranti e maleducati, e non sono leccati e precisini come li vedete in tv. Non facciamo gli ipocriti». 

Una istigazione all’autoerotismo…

“ Ragazzi, buttate nel cesso le vostre playstation e rinchiudetevi nei bagni con un giornaletto giusto in bella vista. Quando uscite, innamoratevi di una bella figliola: il sesso fai da te è bello, ma quello con una coetanea è meglio ..”


Comprensibile che la comunità rumoreggi, che parroci e curati non gradiscano.

La ricca e benpensante provincia del Nordest, non sopporta che i propri figli amino un beat, un reperto archeologico del Sessantotto.

Per sopravvivere e pagarsi l’affitto “ la proprietà è un furto ”  mi dice,  riprendendo uno slogan tanto caro negli anni ‘70, allena i giovani della Sanvitese.

 “ il padre di un ragazzo che allenavo, mise un assegno in bianco in mano al presidente della Sanvitese: metti tu la cifra, basta che licenzi quel matto. “

Proposta respinta.

Boniperti disse che con la sua testa avrei giocato in nazionale , ma io in nazionale ci gioco da sempre, perché da sempre io faccio quello che voglio, senza permettere a nessuno di poter vivere la mia vita ..io, discepolo di me stesso, arrogante, presuntuoso, vanitoso, asociale, masochista, egoista, e dunque libero ”. 

La vita di Vendrame è fatta di amori maledetti, sofferti, passionali. Erotismo crudo a volte crudele. Paura della morte e della vecchiaia. Una tendenza a mettersi in discussione insopprimibile, anche se dolorosa, feroce.

Perché lo ha fatto? Perché non si è accontentato di tenere per sé tutto questo? 

“Perché sento di vivere in un mondo in cui faccio fatica a stare, e forse scrivere è anche un modo per sentirmi meno isolato” 

Parole, pensieri, poesie di un settantacinquenne che ha vissuto, e non certo soltanto di calcio: l’unico grande protagonista della sua storia tenuto al di fuori, emarginato, come una parentesi insignificante dentro un racconto di cose più serie.

 “Qui a Casarsa si sono dimenticati di Pasolini, si figuri se potevano ricordarsi di me… ”.

Una testimonianza straordinaria, dalla viva voce di un campione degli anni epici: avevo persino la testa che mi girava, e non credo che dipendesse solo dal vino.

Lo ringraziai e lo abbracciai. 

Avevo un appuntamento per il quale ero già in ritardo, e dovevo andarmene con una certa fretta. 

Imboccata l’uscita, mi girai per guardarlo un ultimo istante. 

Non c’era.

Non c’era nemmeno la foto autografata sul tavolino; la foto con cui avevo condiviso il mio bicchiere di vino in una fantasiosa chiacchierata che, a guardar bene, non aveva avuto alcun bisogno di essere reale.

Ho conosciuto Ezio Vendrame tuffandomi nei racconti appassionati di tutti i cronisti che lo hanno ricordato negli anni successivi alla sua carriera.

Le risposte qui sopra risalgono ai video e alle interviste da lui rilasciate negli anni, e che ho potuto recuperare attraverso il web.

Il mio bicchiere di Mamertino, però, l’avevo bevuto da solo, come solo avevo camminato lungo il mare per arrivare al ristorante dove sedevo e scrivevo questo pezzo.

Di quel ristorante in cui si mangiano cozze e ricotta, la porta è ormai murata da decenni, da prima che io nascessi. 

Perché chi scrive in continuazione lo fa per sfuggire alla solitudine, pur non riuscendo a fare a meno di essa.

Ezio Vendrame è morto nell’aprile del 2020.

Io non l’ho mai incontrato. 

Eppure, sento di averlo conosciuto.

Note sull’autore.

Carlo Marrone è stato un professionista del content marketing di una piattaforma di vendita inbound che aiuta le aziende ad attrarre visitatori, convertire lead ed è specializzato in closing. In precedenza, Marrone ha lavorato come direttore marketing per una startup di software tech. E’ esperto di Business Administration e Scrittura Creativa. Nato a Vicenza, dove ha passato la sua gioventù, si è trasferito a Milano dove ha vissuto e lavorato fino al 2010. Oggi vive tra Ischia, Napoli e, raramente, Milano.

Appassionato di football, ama scrivere soprattutto di persone e delle loro storie.