Winckelmann was right!

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Non sopporto le icone russe l’arte finto pop la transavanguardia italiana i graffiti punk inglesi …neanche l’etnica africana. (semicit. da Franco Battiato, 1982)

Jean Charbonneux (1895-1969), il più famoso archeologo classico francese, anche se lui si considerava un ateniese che il fato ha voluto far nascere in Francia affinché potesse dirigere “da grande” un dipartimento del Louvre, scriveva così nel 1969:

Se oggi è difficile, forse per la prossima generazione sarà impossibile comprendere e soprattutto sentire profondamente ciò che ha significato nell’Antichità classica, e anche per qualche grande scultore recentemente scomparso, il tipo statuario dell’uomo nudo in piedi.

Niente è stato più esaltante per un disegnatore, per un pittore, e soprattutto per uno scultore, della creazione sempre rinnovata di questo essere che guarda al mondo dalla sua statura e sfida il cielo”

Da questo punto di vista, il Discobolo di Mirone (originale in bronzo perduto, ca. 480 a.C., qui illustrato attraverso una copia in marmo di età romana conservata a Palazzo Massimo) non ha ancora raggiunto l’equilibrio perfetto, “classico”,dei Bronzi di Riace, nei confronti dei quali appare in posa mimica e un pò forzata. Neanche Bernini, molti secoli dopo con il suo dinamico David, riesce ad arrivare al livello supremo dei due guerrieri. In tempi più recenti, Rodin ci ha provato, nulla da fare. Winckelmann aveva ragione, e Charbonneux con lui.

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