Conversazione (q/a) su Aquawareness
In quali aspetti aquawareness può considerarsi innovativa rispetto altre pratiche olistiche e quali invece possono considerarsi dei limiti?
Aspetti innovativi di Aquawareness
- Integrazione unica tra nuoto, mindfulness e neuroscienze: Aquawareness, ideata da Giancarlo De Leo, unisce competenze tecniche nel nuoto, principi di consapevolezza corporea e studi sulle neuroscienze, creando una sintesi originale rispetto ad altre pratiche olistiche più tradizionali12.
- Centralità dell’acqua: A differenza di yoga, tai chi, qi gong o Vipassana, che si svolgono a terra, Aquawareness sfrutta le proprietà fisiche e sensoriali dell’acqua (bassa gravità, resistenza, pressione idrostatica) per stimolare consapevolezza, rilassamento e regolazione emotiva in modo multisensoriale234.
- Movimenti nativi per l’ambiente acquatico: Non si limita a trasporre posture terrestri in acqua, ma sviluppa gestualità proprie, adattate alle caratteristiche del mezzo liquido, superando i limiti degli approcci meccanici1.
- Accessibilità e benefici fisici: L’acqua riduce il carico sulle articolazioni, rendendo la pratica adatta anche a chi ha limitazioni fisiche o è in riabilitazione, aspetto meno presente in molte discipline terrestri23.
- Consapevolezza duale: Promuove una percezione simultanea di ambiente esterno (acqua) e stati interiori (emozioni, pensieri), favorendo un equilibrio adattivo2.
- Applicazioni terapeutiche: È usata per la gestione dello stress post-traumatico, la riabilitazione neuromotoria e il supporto psicologico in contesti clinici1.
Limiti rispetto ad altre pratiche olistiche
- Dipendenza dall’ambiente acquatico: Richiede l’accesso a piscine o spazi idonei, limitando la praticabilità rispetto a yoga o meditazione, che possono essere svolte ovunque2.
- Barriere logistiche e organizzative: La necessità di strutture, tempi di preparazione e costi di gestione può renderla meno accessibile su larga scala rispetto a pratiche “a secco”2.
- Non adatta a tutti: Persone con paura dell’acqua, difficoltà motorie gravi o alcune condizioni mediche potrebbero non trarne beneficio o addirittura essere escluse3.
- Curva di apprendimento: Richiede una fase iniziale di adattamento per chi non ha confidenza con l’acqua, mentre discipline come yoga o meditazione possono essere più immediatamente accessibili3.
- Meno radicamento culturale: Rispetto a pratiche millenarie come yoga o tai chi, Aquawareness è recente e meno diffusa, con un patrimonio di studi e tradizione ancora in fase di consolidamento12.
In sintesi, Aquawareness si distingue per l’innovazione nell’uso dell’acqua come medium olistico e per l’integrazione di diversi saperi, ma presenta limiti logistici e di accessibilità rispetto alle pratiche olistiche più tradizionali.
Come si integra la dimensione cognitiva nell’Aquawareness?
Integrazione della dimensione cognitiva nell’Aquawareness
Aquawareness integra la dimensione cognitiva attraverso:
- Consapevolezza e attenzione intenzionale: La pratica in acqua stimola l’attenzione al momento presente e la consapevolezza corporea, elementi chiave anche nelle pratiche mindfulness. Questo favorisce la regolazione dei processi cognitivi come la concentrazione, la gestione dei pensieri e la riduzione del rimuginio mentale, analogamente a quanto avviene nella mindfulness5.
- Autocoscienza sensoriale e cognitiva: L’esperienza in acqua promuove una forma di autocoscienza che non è solo concettuale, ma anche sensoriale e preriflessiva, in cui il “sentire” corporeo si intreccia con il pensiero consapevole. Questo tipo di autocoscienza, secondo la letteratura filosofica, rafforza la flessibilità e la fluidità del pensiero6.
- Stimolazione di reti neurocognitive: Le pratiche di attenzione sostenuta e monitoraggio dell’esperienza corporea in acqua attivano network cerebrali coinvolti nella modulazione dell’arousal, nell’orientamento e nella selezione degli stimoli, favorendo un migliore controllo esecutivo e una maggiore padronanza dei processi cognitivi5.
In sintesi, Aquawareness integra la dimensione cognitiva favorendo la consapevolezza dei processi mentali attraverso l’esperienza corporea in acqua, promuovendo così una sinergia tra sentire, pensare e agire.
Come l’Aquawareness può ridurre il rimuginio e migliorare la salute mentaleAquawareness utilizza l’integrazione tra mindfulness e attività acquatiche per aiutare a ridurre il rimuginio mentale e promuovere il benessere psicologico.Riduzione del rimuginioLa pratica di Aquawareness richiede una presenza mentale continua, focalizzando l’attenzione su respiro, movimenti corporei e sensazioni dell’acqua. Questo spostamento dell’attenzione dal flusso di pensieri negativi al momento presente è uno dei meccanismi chiave anche nelle terapie mindfulness, riconosciute per la loro efficacia nel ridurre il rimuginio.L’ambiente acquatico, grazie alle sue caratteristiche sensoriali, facilita il rilassamento e la distrazione dai pensieri ripetitivi, interrompendo i cicli disfunzionali tipici della ruminazione.Miglioramento della salute mentaleL’esperienza meditativa e la regolazione emotiva favorita dall’acqua contribuiscono a ridurre ansia e stress, migliorando l’umore e la chiarezza mentale.Studi su esercizi in acqua mostrano benefici sia sulla funzione cognitiva sia sulla qualità della vita e sulla salute mentale generale.Aquawareness promuove l’autoconsapevolezza e la gestione delle emozioni, elementi fondamentali per il benessere psicologico e la prevenzione di stati depressivi o ansiosi.In sintesi, Aquawareness offre un approccio olistico e pratico per ridurre il rimuginio e migliorare la salute mentale, sfruttando la sinergia tra mindfulness e immersione nell’ambiente acquatico.